Peperoni

Peperoni

I peperoni ho cominciato a gustarli da adulta … ai bambini di solito non si somministrano, risultano indigesti.

Mia madre li cucinava in tantissimi modi, io ricordo che li guardavo come “alieni” su un piatto da portata…e tutti a dirmi: assaggiali, sono buoni!!! Ed io non ci pensavo minimamente…Storie comuni per tanti adolescenti che decidono di non assaggiare neanche in punto di morte!

Da sempre sono stata curiosa di conoscere le origini degli alimenti, da sempre ho sognato, immaginato…e da quando ho cominciato a leggere… ho spesso incontrato tra le righe lo stesso nome: Ammiraglio Cristobal Colon (come lo chiamano in Spagna), conosciuto meglio come Cristoforo Colombo… che vi confesso, è diventato il mio mito!

Che uomo!!! Curioso viaggiatore, ci ha dato la possibilità di gustare alimenti vari, con importanti proprietà, e di arricchire quindi la nostra alimentazione con: patate, pomodoro, mais, cacao, fagioli, peperoni, zucca, tacchino, peperoncino, ananas…

Non avevo mai cercato immagini che lo ritraessero, lo immaginavo alto, aitante, muscoloso, bellissimo…e invece no, una persona comune all’aspetto…ma con una grande mente!

Da adolescente capii che l’apparenza inganna, come ci insegnano i nonni, e che ciò che conta è l’essenza, l’interiorità… paragone stupido? Si?

Ma è proprio grazie a Cristobal, che decisi di assaggiare i peperoni…e fu amore. Pensai: Cristobal, tu li hai scoperti? Ed è giusto che io li assaggi!

Cenni storici sui peperoni

Il peperone venne introdotto in Europa dagli spagnoli ed ebbe un immediato successo. L’importazione in Europa iniziò con il ritorno di Cristoforo Colombo dal suo primo viaggio in America. Colombo fu molto colpito dal sapore piccante del peperoncino e lo scambiò per una varietà rossa di pepe: da qui il nome di peperone.

Proprietà dei peperoni

Notevoli le loro proprietà antiossidanti, dovute all’alto contenuto di vitamina A, C e betacarotene, e quelle diuretiche e depurative. Il peperone è anche molto ricco di sali minerali, in particolare di potassio, e per questo un perfetto alleato della salute dell’apparato cardiocircolatorio. I peperoni danno vita a un’esplosione di colori nelle insalate estive. Sui banchi dell’ortofrutta li troviamo di tre colori: rossi, gialli e verdi.

I verdi spesso si utilizzano come contorno, gli altri si possono tagliare julienne ed aggiungere crudi nelle insalate, hanno un gusto più dolce che si presta all’utilizzo.

I verdi puoi cucinarli in mille modi, dal più semplice ovvero arrostiti e conditi con olio ed aglio, oppure seguendo la classica ricetta palermitana: Peperoni ammuttunati, ovvero peperoni imbottiti di carne macinata (base ragù), uova sode, formaggio, insomma una bomba di bontà…. Piatto unico, naturalmente!!!

Valori Nutrizionali

100 g di peperoni contengono:

  • 22 kcal 
  • Acqua 92,30g
  • Carboidrati disponibili 4,20g
  • Zuccheri solubili 4,20g
  • Proteine 0,90g
  • Grassi 0,30g
  • Fibra totale 1,90g
  • Sodio 2mg
  • Potassio 210mg
  • Ferro 0,70mg
  • Calcio 17mg
  • Fosforo 28mg
  • Vitamina B1 0,05mg
  • Vitamina B2 0,07mg
  • Vitamina B3 0,50mg
  • Vitamina A 139µg
  • Vitamina C 151mg

Da questa tabella si evince che Cristoforo ci ha portato cibo sano. Siamo noi che in cucina ci diamo alla pazza gioia!!!

 

La Papaya…una botta di vita!

La Papaya…una botta di vita!

Mai vista una Papaya in vita mia…. Dovevo sposarmi per conoscerla ed assaporarla…

Già… grazie al mio viaggio di nozze a cuba, abbiamo avuto il nostro primo incontro e … non ci siamo più lasciate: IO E LA PAPAYA, UN CORPO E UN’ANIMA! Diciamo che in loco te la somministrano in tutte le salse, a colazione a pranzo e a cena… ma è un bene che sia così… in America centrale si mangia sano veramente! Frutta al mattino, sempre e comunque (come è giusto che sia), pesce e verdure … o carne e verdura a pranzo ed a cena, insieme al riso, fagioli e platano che consumano al posto del pane che…non sanno cosa sia!

Un sogno in un cassetto

Io e mio marito siamo rimasti estasiati dal gusto, dal profumo e dall’energia che ne scaturiva dal consumo elevato del frutto in sé… da qui è scattata la nostra curiosità, un volerne sapere di più sulle coltivazioni e sulla proprietà del frutto. Grazie al nostro saper fare, abbiamo intrapreso rapporti con i coltivatori del posto che di segreti ce ne hanno svelati parecchi, poi rimaneva una sola scommessa con il destino: RIUSCIRE A COLTIVARLA IN SICILIA! Ci siamo riusciti, grazie al nostro clima ed ai nostri guru in America centrale.

Provenienza della papaya

Il frutto della papaya è originario dell’America Centrale ed è stato portato in altri paesi subtropicali, come l’India, le Filippine e alcune parti dell’Africa, dagli esploratori spagno­li e portoghesi. Un albero di papaya produce fino a 100 frut­ti. Le dimensioni variano a seconda della varietà di pianta e il frutto può arrivare a pesare anche 9 kg. La papaya si di­versifica anche per colore e forma, benché in gran parte va­dano dal giallo all’arancio e abbiano una forma ovoidale, o simile a quella di una pera.

Questo frutto salutare, definito da Cristoforo Colombo «il frutto degli angeli», è una fonte ricchissima di carotenoidi, vitamine C e A, più vitamine del gruppo B, potassio, magnesio e fibra, flavonoidi ed enzimi (papaina e carpaina). Con il suo sapore aromatico, leggermente dolce e mu­schiato, abbinato a una polpa morbida, la papaya rappre­senta un’esperienza esotica e golosa per le nostre papille gu­stative. Gli abitanti delle isole del Pacifico hanno sempre usato a scopo medicinale tutte le parti della pianta. Ad esempio, la corteccia è un rimedio al mal di denti, i fiori servono per le infezioni bronchiali, i semi per espellere i vermi e i parassiti intestinali e per alleviare il sanguinamento, le coliche renali e l’itterizia.

Parti Utilizzate della Papaya

Dalle foglie, ai frutti e il lattice estratto da questi ultimi.

Proprietà della Papaya in Erboristeria

La miscela di enzimi proteolitici nota come papaina che si estrae dal lattice ottenuto per incisione del frutto immaturo di papaya viene utilizzata come ausilio per la digestione proteica e trova impiego anche nel campo dell’industria alimentare.

Attività Biologica

La papaina grezza è una miscela contenente le diverse proteasi presenti all’interno del lattice estratto dal frutto immaturo della papaya. I principali componenti di questa miscela sono la papaina pura, la chimopapaina A e B e la papaina proteasi. Come accennato, la papaina estratta dalla papaya viene utilizzata come adiuvante della digestione proteica. Non a caso, essa viene considerata come una sorta di analogo della pepsina umana; analogia, questa, che le ha permesso di acquisire il nome di “pepsina vegetale”. Alla papaina, inoltre, sono attribuiti effetti antiulcera e proprietà antimicrobiche e antielmintiche. Tuttavia, questa sostanza rimane comunque priva di indicazioni terapeutiche ufficiali. Nonostante ciò, la papaina è utilizzata spesso nel campo dell’industria alimentare, dove viene impiegata per chiarificare le bevande e per ammorbidire le carni.

In commercio, poi, vi sono numerosi integratori alimentari a base di papaya fermentata, ossia a base di un particolare estratto che si ottiene facendo fermentare (tramite fermentazione microbica) il frutto della papaya polverizzato. Alla papaya fermentata vengono attribuite proprietà antiossidanti e anti-età. Benché l’utilizzo della papaya fermentata come antiossidante non sia stato ufficialmente autorizzato, questa sua interessante proprietà è stata oggetto di vari studi in cui ne vengono analizzati gli effetti in pazienti affetti da disturbi o patologie caratterizzati da stress ossidativo, come, ad esempio, il morbo di Alzheimer.

Prodotti con la papaya:

I Fagioli borlotti

I Fagioli borlotti

I fagioli borlotti sono un alimento amato dagli adulti, ed un po’ meno dai bimbi, danno grande nutrimento e senso di sazietà, si prestano ad essere cucinati in tanti modi ed a essere “accoppiati “ad altri alimenti… che uno direbbe…maaaahhhh, ed invece basta solo provare a spingersi un po’ oltre, ad assaggiare, al fine di scoprire mille nuovi gusti, che potrebbero spingere, chi non mangia i fagioli borlotti, ad esserne totalmente dipendente!

Io li mangio in tutte le salse, ma… ho scoperto facendo dei sondaggi, che sia passati (per frammentarne la buccia), sia cotti e mangiati, i fagioli borlotti danno vita ad importanti fenomeni di aerofagia…flatulenza, meteorismo che dir si voglia… ma questo non deve privarci di escludere questo alimento dalla nostra dieta..

 

Alimento cardine della notra alimentazione…anche se… aime’…Ti da delle “arie” !

 

Volete sapere perché accade tutto ciò con i fagioli borlotti

La flatulenza associata al consumo di legumi è legata al loro contenuto in oligosaccaridi non digeribili (stachiosio e raffinosio), che nel grande intestino danno luogo a massicce fermentazioni da parte dei batteri.

Trovate tutto qui: https://www.artimondo.it/magazine/legumi-meteorismo/

Un consiglio che do con tutto il cuore è quello di non consumarli in procinto di importanti appuntamenti amorosi, riunioni di lavoro, ecc. È meglio che si consumino quando si è in casa, tanto tra moglie e marito… si condivide un po’ tutto!!!!!

 

Passiamo ad un breve cenno storico sui fagioli borlotti

Sembra che Colombo si sia imbattuto per la prima volta nel legume sull’isola di Cuba. Una volta portato in Europa, fu donato da Papa Clemente VII all’accademico bellunese Giovan Pietro delle Fosse, che ne iniziò la coltivazione su larga scala nel Bellunese. Non che il fagiolo fosse sconosciuto, prima della scoperta delle Americhe; erano diffuse alcune varietà di origine africana ed asiatica, meglio noti come fagioli borlotti con l’occhio ed appartenenti alla specie Vigna sinensis.

Annualmente si producono, nel mondo, 18 milioni di tonnellate. Da un punto di vista nutrizionale, il fagiolo è un alimento ricco di proteine vegetali, privo dei grassi che normalmente accompagnano le proteine animali, prestandosi per diete a basso tenore di colesterolo. Il contenuto di fibre, inoltre, facilità la motilità intestinale.

Sono vegetali molto nutrienti e ricchi di vitamine A, B, C, e E e contengono, inoltre, sali minerali e oligominerali, come potassio, ferro, calcio, zinco e fosforo. Le percentuali variano in funzione della varietà, ma si può affermare che per 100gr di prodotto cotto, vi è una percentuale di proteine compresa tra l’8 ed il 20%.

 

Parlando di varietà

Oggi sono reperibili in commercio più di 500 varietà di fagioli borlotti, dirette discendenti del fagiolo comune, classificabili in 2 grandi macro-famiglie: i cannellini ed i borlotti. I cannellini – generalmente più piccoli dei borlotti – sono caratterizzati da una polpa più delicata ed una buccia più fine. Possono essere di colore bianco, giallino o rosa tenue.

I borlotti hanno una polpa più farinosa ed una buccia più spessa, con una colorazione striata. Sono perfetti in dieta dimagrante, e adatti a chi soffre di stitichezza, perché regolarizzano il transito intestinale. Inoltre, le fibre svolgono un’importante azione prebiotica, cioè nutrono i batteri intestinali, i quali, fermentando le fibre, producono acidi grassi a catena corta, in particolare l’acido butirrico, che protegge la mucosa intestinale da numerose patologie, anche autoimmuni”.

Mia nonna è riuscita a far mangiare i fagioli borlotti ai suoi nipoti…trasformandoli in hamburger o polpettine, scendendo ad un compromesso…. Li mangiavamo solo se accompagnati con patatine fritte…Solo da grandi abbiamo scoperto che le cuoceva in forno…. Che birbantona… la nonna!

 

Alcune Ricette con i borlotti:

 

Le patate, alleate infallibili!!!

Le patate, alleate infallibili!!!

A pensarci bene, quanti di noi sottovalutano le patate? Fermiamoci un attimo a riflettere su quanto possa essere significativa una semplice patata, a quanti possono essere i suoi impieghi in cucina, a quali sono i nutrienti che apporta al nostro organismo, e alla sua storia, direi alla sua storissima !

La leggenda delle patate..

Anticamente gli uomini vivevano in armonia con la natura: essa in cambio gli procurava ciò di cui necessitavano. Per il possesso di questi doni, però, gli uomini iniziarono a litigare, riempiendo i loro cuori di negatività. La natura, risentita per l’ingratitudine, decise di mandare sulla terra una terribile carestia. I pochi uomini dal cuore puro rimasti non meritavano una così terribile punizione, perciò il Dio Pachacamac arrivò in loro soccorso regalandogli dei semi sconosciuti. Una volta piantati, i semi affondarono le radici nella terra in cerca di acqua, crebbero ma produssero solo molti fiori viola. Alcuni pensarono che i semi non fossero un buon dono, altri invece, più fiduciosi, chiesero aiuto a Pachacamac. Il Dio spiegò che avrebbero dovuto affondare le mani nel terreno per prenderne la radice grossa e dura come una pietra. Gli uomini obbedirono e presero la radice, la cossero e da allora si sfamarono per sempre. Ringraziarono Pachacamac che li aveva salvati dalla fame e aveva fatto loro comprendere che non il fiore, l’apparenza, ma la radice, cioè la sostanza, è capace di generare la vita. Quella radice si chiamò “patata” e da allora fece il giro del mondo per sfamare tutti i popoli.

Cosetta Zanocchi
(tratta dal libro Leggende di Cusco)

Come dire……un tubero che insegna!

Cenni storici sulle patate

La patata ha i suoi centri d’origine in Perù, Bolivia, e Messico dove veniva coltivata fin dai tempi della civiltà azteca e incaica. Colombo nei suoi viaggi oltremare non incontrò personalmente la patata. Venne invece scoperta dagli spagnoli di Pizarro, sulla Cordigliera Andina, solo a metà Cinquecento.

In Italia la patata arriva dalla Spagna nel 1564-1565; nel 1591 è coltivata nell’orto botanico di Padova e nel 1608 in quello di Verona. Alla fine del Settecento tutte le accademie agrarie del Veneto ne raccomandano la coltivazione.

Di fatto solo nella seconda metà dell’Ottocento la patata entrò veramente nella produzione agricola del nostro Paese, divenendo parte dell’alimentazione degli italiani. La presenza delle patate negli orti familiari, principalmente nelle zone di collina e di montagna, e soprattutto il passaggio alla coltivazione in campo sono favoriti dall’inserimento di questo ortaggio nella cucina tradizionale contadina, come dimostra l’utilizzo della patata in qualità di ingrediente principale nella produzione di pane e prodotti da forno similari, delle paste ripiene (tortelli) e non (gnocchi), senza dimenticare l’uso della frittura con olio o con grasso animale, metodo di cottura tipicamente mediterraneo e italiano, non usato nelle regioni d’origine della patata ma particolarmente adatto a metterne in evidenza le caratteristiche gastronomiche.

Proprietà delle patate

La patata è un alimento molto ricco di sostanze con proprietà in grado di apportare benefici al nostro organismo; l’abbondanza di potassio in essa contenuto si rivela molto utile in caso di ipertensione, contiene inoltre oligoelementi e minerali come sodio, magnesio, calcio, fosforo e ferro.

Le patate sono ricche di antiossidanti, come flavonoidicarotenoidi e acidi fenolici che contrastano la comparsa e funzionalità dei radicali liberi, associati a invecchiamento e malattie croniche. Contengono amido resistente, non completamente assorbito dall’intestino e associato a migliore sensibilità all’insulina. Migliorano la digestione e l’infiammazione, grazie all’amido resistente, che viene convertito in acidi grassi a corta catena, utili per la salute intestinale e per ridurre il rischio di malattie associate a infiammazione. Hanno un elevato potere saziante, utile per regolare l’appetito e mantenere il peso corporeo.

Le patate sono naturalmente prive di glutine, quindi, adatte in caso di celiachia o sensibilità al glutine.

Tradizione siciliana

Dalle mie parti, in Sicilia , si dice…. CU MANCIA PATATI NUN MORI MAI!  ( CHI MANGIA PATATE HA LUNGA VITA ). Una grande verità , dopo ciò che abbiamo imparato insieme…Fu sostentamento per i popoli antichi, e lo è oggi per noi, per chi per problematiche varie ,non si nutre di pane e pasta, è il nostro migliore alleato quando dentro il frigo c’è l’eco!

Sono primo, sono contorno, sono sempre lì pronte a darci soccorso … che siano a buccia bianca, a buccia rossa, che siano patate novelle e non… loro ci saranno sempre! Naturalmente meglio acquistare le patate provenienti da agricoltura biologica….

Perché le patate bio?

Sembrerà strano, ma gli abitanti dei Paesi del Nord Europa hanno ragione a mangiare le patate con la buccia. Una volta lavate con cura ed eliminata la terra residua, avrete un alimento ricco di vitamine, soprattutto la C, che si trova nella parte più esterna della polpa, e la Vitamina E, che si trova solo nella buccia, oltre a fibre, ferro e calcio.
Per poter assumere questo tubero tutto intero è bene rivolgersi alle coltivazioni bio: come sempre è la buccia a farne la spese perché trattiene la maggior parte delle sostanze di sintesi utilizzate nell’agricoltura industriale per far crescere velocemente e senza malattie le piante.
Inoltre, se cotte con buccia (le patate crude sono indigeste, per cui è bene consumarle solo previa cottura), conservano alte quantità di potassio.

Ricette

Pianta di Lagenaria longissima, i tenerumi questi sconosciuti

Pianta di Lagenaria longissima, i tenerumi questi sconosciuti

La pasta con i tenerumi mia nonna la chiamava… “ la pasta con le pezze”, un modo per incuriosire noi bambini a mangiare qualcosa di strano.. almeno a sentirne il titolo…..Si tratta, di un piatto povero che affonda le radici nella cultura contadina siciliana, quella conosciuta come “cucina di sopravvivenza” che, nei periodi di povertà, portava a far tesoro di ogni parte commestibile della pianta.

Spesso, le verdure, non sono molto apprezzate né dagli adulti, né dai bambini…ma come dico sempre io , basta un po’ di fantasia o un po’ di brio, che anche un’antica ricetta povera, può diventare un piatto sfizioso che da nutrimento,  e che aiuta a spolverare antichi ricordi che sanno di nonni, di infanzia, di profumi dimenticati, di casa e di amore…Il bello della pasta con i tenerumi è che si tratta a tutti gli effetti un piatto invernale, secondo me, volete sapere il perché?

Perché si mangia calda, caldissima… mentre i tocchetti di caciocavallo stagionato filano, garantendo al 110% l’ustione di 4° grado al palato… ma anche questa è una tradizione..Purtroppo d’inverno non si può gustare questa pietanza, in quanto le “pezze” non sono di stagione…e allora facciamoci del male d’estate, sudiamo……..30 ° temperatura ambiente all’ombra, 80° la pasta con i tenerumi.. e siamo a 110° totali !!!

Dettagli tecnici dei tenerumi

Il nome Tenerumi richiama la tenerezza, indica proprio le foglie più tenere della “zucchina lunga” o “zucca serpente di Sicilia”, così chiamata perché nella coltivazione libera sul terreno si ricurva, prendendo la tipica forma di un serpentello.

Conosciuta anche come cucuzza longa, cucozza, cucuzzella, zucca verde, lagenaria da pergola, zucchina d’acqua, ha una polpa molto tenera e porosa ed è preferibile mangiarla quando è ancora giovane (40 cm. di lunghezza circa) perché, crescendo, rischia di diventare fibrosa e riempirsi, al suo interno, di semi.

Un particolare importante è che per il suo apporto calorico molto basso, contenendo acqua fino al 90%, è perfetta per una “remise en forme“ post Covid-19. Una curiosità fa risalire le prime tracce di questa specie  a ritrovamenti datati oltre 7000 anni a.C., tanto che pare sia stata la prima specie di zucca conosciuta al mondo, coltivata dai Fenici, usata in India e in Africa per la realizzazione di strumenti musicali. Adesso, però, andiamo alla ricetta che segue gli insegnamenti delle nostre nonne, maestre, anzi cattedratiche in cucina.

Proprietà dei Tenerumi

Foglie e germogli hanno sapore dolce e delicato, proprietà rinfrescanti e diuretiche, una particolare digeribilità e ridotto apporto calorico (11 calorie circa per 100 g). Sono molto difficili da reperire a meno che, come nel nostro caso, non coltiviate da voi le piante di zucchine o non abbiate qualcuno disposto a fornirveli!

Sono un concentrato di sali minerali e potassio con spiccate proprietà disintossicanti. Vi assicuro che le foglie e i fiori, adeguatamente cucinati, sono di gran lunga più buoni delle zucchine, anche se hanno un mercato limitatissimo!

I talli possono essere mangiati saltati in padella con aglio e peperoncino, facendoli cuocere fino a diventare crema per condirci la pasta, per arricchire qualsiasi piatto vi venga in mente, ad esempio una frittata, o facendoci una zuppa. Essendo ricca di fibre può essere mangiata per saziare l’appetito e ridurre il senso di fame. Le foglie hanno una particolare consistenza vellutata che le rendono piacevolissime al palato e adatte a essere trasformate anche in crema, potenziando così l’effetto lassativo.

Che dire di piu’ di un piatto che definirei “relativamente” povero, ma che in realtà è ricco di storia e nutrimento!

Ricetta per 4 persone:

  • 300 g di spaghetti spezzettati (la quantità dipende dal vostro essere buone forchette)
  • 4 mazzetti di tenerumi (di cui si mettono solo le cime)
  • picchi pacchi (aglio, olio, pomodori pelati)
  • sale q.b
  • abbondante olio Evo

Procedimento:

Pulite i tenerumi e usate la parte più tenera; spezzettateli e sbollentateli in acqua salata.  Scolateli al dente e conservatene l’acqua di cottura. In una casseruola, in abbondante olio, fate imbiondire l’aglio, aggiungete il pomodoro pelato, salatelo e, a metà cottura, incorporate i tenerumi, che farete insaporire per 10 minuti circa. Cuocete gli spaghetti spezzettati nell’acqua di cottura dei tenerumi e, a fine cottura, versateli, non colati del tutto, nella casseruola. Fateli riposare qualche minuto e aggiungete olio a crudo e pepe a piacere.

Per guarnire tagliate in piccoli tocchetti del caciocavallo stagionato , da spolverare sopra come se fosse neve!

Di seguito potete trovare un video del nostro Rosolino spiegandoci qualcosa in più dei nostri deliziosi Tenerumi.